12 Giugno 2018

L’orario di lavoro

L’orario di lavoro settimanale

Il parametro di riferimento nella disciplina del D.Lgs. 66/2003 è la settimana lavorativa. In particolare: L’orario di lavoro normale stabilito dalla legge è pari a 40 ore settimanali. L’orario normale di lavoro settimanale può essere stabilito dal contratto collettivo in misura inferiore rispetto alla durata legale, ad esempio introducendo la settimana lavorativa di 36 o 38 ore (regime contrattuale). Le ore di lavoro effettuate in più, rispetto alle disposizioni del contratto collettivo, saranno considerate:
  1. lavoro supplementare fino al limite legale di 40 ore;
  2. lavoro straordinario oltre le 40 ore.

Il limite massimo settimanale

La durata massima settimanale del lavoro, comprendendo sia il lavoro ordinario o normale sia quello straordinario, non può superare le 48 ore per ogni periodo di 7 giorni. Questo limite massimo settimanale deve essere osservato come media riferita ad un periodo non superiore a 4 mesi (elevabili a 6 e fino a 12 mesi a fronte di ragioni obiettive, tecniche o organizzative) o diverso periodo specificato dal contratto collettivo.

Il riposo obbligatorio settimanale

Il lavoratore ha diritto ogni 7 giorni a un periodo di riposto di almeno 24 ore consecutive, di regola in coincidenza con la domenica, da cumulare con le ore di riposo giornaliero. La pausa settimanale può essere calcolata anche come media in un periodo non superiore a 14 giorni. Il diritto al riposto settimanale è irrinunciabile. Qualora sia richiesto al lavoratore, di espletare attività lavorativa durante la domenica, al lavoratore spetterà:

L’orario di lavoro giornaliero e le pause intermedie

Il D.Lgs. 66/2003 stabilisce che il lavoratore ha diritto a 11 ore di riposo consecutivo ogni 24 ore (cd. riposo giornaliero). Da questa disposizione, ne deduciamo che la durata massima della giornata lavorativa è di 13 ore.

Per un Approfondimento ulteriore

WHISTLEBLOWING

Il 17 Dicembre 2023 entrerà in vigore la normativa sul Whistleblowing per le imprese con almeno 50 dipendenti e per quelle, anche con numero di dipendenti inferiore, che rientrano nell’ambito di applicazione del D.Lgs. 231/2001 e adottano i modelli di organizzazione e gestione previsti. Il Whistleblowing è uno strumento di compliance aziendale, tramite il quale…

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Il datore di lavoro può adottare il provvedimento disciplinare nei confronti del lavoratore soltanto dopo avergli preventivamente contestato l’addebito ed averlo sentito oralmente a sua difesa, qualora egli lo richieda. In tal caso, egli ha l’onere di comunicare la propria volontà in termini non equivoci. Se il lavoratore non fa richiesta, non vi è alcun…

Sanzioni disciplinari: termine per la difesa del lavoratore

Ai sensi dell’art. 7, co. 2, L. 300/1970, il datore di lavoro non può adottare alcun provvedimento disciplinare nei confronti del lavoratore, senza avergli preventivamente contestato l’addebito e senza averlo sentito a sua difesa. Inoltre, ai sensi dell’art. 7, co. 5, L. 300/1970, i provvedimenti disciplinari più gravi del rimprovero verbale nonpossono essere applicati prima…


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con studio in Viterbo, offre assistenza giudiziale e stragiudiziale rivolta ad Aziende, lavoratori o Organizzazioni sindacali, nel diritto del lavoro.

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